Intorno alle 19.15 di oggi, avevo inserito il seguente commento sulla pagina fb di antonio g coppola in risposta ad un suo post.
Dopo mezzora è stato cancellato e mi è tuttora inibito di riscriverlo. Il post e gli altri commenti, invece, sono ancora là.
Che brutta cosa la censura, è l'anticamera della servitù...
Ecco cosa avevo scritto:
Le bugie sono di due tipi: ci sono quelle con il naso lungo e quelle con le gambe corte. Mentre le prime si manifestano immediatamente in quanto pungono chi si avvicina, le seconde sono più subdole, anche quando indossano giacca e cravatta ed hanno voce suadente, e soltanto il tempo galantuomo ne svela la vera natura poiché non riescono a tener testa al passo lungo della verità.
Molti tiranni dell’antichità utilizzavano questa tecnica: invece di dar conto del proprio agire, quando era in palese contrasto con l’interesse pubblico, per distrarre l’attenzione agitavano il feticcio di un oscuro nemico da combattere.
Visto che non ci sono ragioni valide per giustificare il prelievo di oltre 200.000 euro dalle tasche dei cittadini, l’Ingegnere mescola le carte: esce dal dibattito politico e scivola nella sfera privata, adombrando interessi privati nell’esercizio della mia attività professionale.
Si sa, in acque torbide, si pesca meglio.
Si sa pure che per i delitti contro l’onore (ingiuria, diffamazione, ecc.) vi sono gli organi deputati, ma il caso -reso pubblico su facebook in maniera grottesca- rappresenta una tappa soddisfacente della mia carriera per l’ottimo risultato processuale.
I fatti.
Nell’ottobre del 1995, una famiglia lamentava il continuo allagamento della propria abitazione, in concomitanza di piogge anche di modesta entità, a causa della carenza dell’impianto di fogna bianca e della cattiva conformazione della strada; ricorreva pertanto all’allora Pretore chiedendo la condanna del Comune di Tricase a potenziare l’impianto di fogna bianca, a rifare il manto stradale e a risarcire i danni (altro che 23.500.000 delle vecchie lire, gli interventi sarebbero costati centinaia di migliaia di euro!). Ecco l’atto -le generalità delle parti sono ovviamente oscurate-
http://www.nunziodellabate.it/pdf/ricorso-per-danno-temuto.pdf
Il Comune si difendeva con lo scrivente avvocato e, dopo un lungo e complesso procedimento, il Pretore, con atto del 13.02.97, <ordinava al Comune di Tricase il miglioramento ed il potenziamento dell’impianto fognante esistente; la creazione sulla strada di opportuni sistemi di raccolta delle acque meteoriche con particolare riferimento agli incroci; l’abbassamento del livello stradale>.
Una catastrofe per le casse comunali! Ecco l’atto:
http://www.nunziodellabate.it/pdf/ordinanza-pretore.pdf
Il Comune, sempre mio tramite, reclamava l’ordinanza al Tribunale di Lecce, il quale con atto del 5.5.97 revocava l’ordinanza del Pretore. Il Comune poteva tirare un sospiro di sollievo! Ecco il provvedimento:
http://www.nunziodellabate.it/pdf/ordinanza-tribunale.pdf
Nel frattempo, con atto di citazione del 13.3.97,
http://www.nunziodellabate.it/pdf/citazione-tribunale.pdf
i proprietari avevano iniziato la causa di merito innanzi al Tribunale di Lecce, chiedendo sempre gli stessi provvedimenti in danno del Comune, oltre al risarcimento dei danni per lire 23.240.450, interessi e rivalutazione.
Seguiva una lunga fase di istruzione della causa che si concludeva il 5.2.2008 con la sentenza definitiva di primo grado che non solo dichiarava inammissibili ed improponibili le richieste delle proprietarie in virtù del difetto assoluto di giurisdizione da me eccepito, ma le condannava in favore del Comune a una buona parte delle spese legali. Ecco la sentenza:
http://www.nunziodellabate.it/pdf/sentenza-tribunale.pdf
Dunque un incarico professionale, il mio, durato 13 anni, il cui compenso, frazionato nel tempo e comprensivo di spese vive e contributi previdenziali, è rapportato, secondo la tariffa forense, al valore indeterminabile delle richieste dei ricorrenti. Indubbio il beneficio dell’Amministrazione che ha anche titolo per recuperare parte degli oneri legali sopportati.
Per completezza d’insieme, i proprietari nell’aprile del 2008 proponevano appello avverso la predetta sentenza, ma lo scrivente avvocato rinunziava all’incarico per incompatibilità con la sopraggiunta nomina di assessore.
Di cause un po’ mi intendo dopo anni di professione, di “diluvi” invece poco, tranne di quello biblico che tutti conosciamo; per indole sono portato però a diffidare da sedicenti Noè che si propongono “salvatori della patria”, salvo poi annaspare in un bicchiere d’acqua o peggio nell’allagamento di una nota struttura sanitaria privata alla minima goccia di pioggia …