news

IL PUBBLICO AL PRIVATO? (pubblicato su Il Volantino)

Ci sono Amministrazioni Comunali, anche nel sud Italia, che hanno inserito nelle linee programmatiche di inizio mandato, se non addirittura nel programma elettorale, l’indirizzo di una fruizione privatistica a pagamento del proprio patrimonio e degli spazi ed aree pubbliche. Dal principio di base ne è derivata una capillare regolamentazione di modalità, termini e costi di tale utilizzo.

Sommessamente ritengo che non sia da demonizzare una simile strategia di governo della cosa pubblica, purchè avvenga cum grano salis e nell’ottica di una finalità promozionale ed occupazionale di usi, costumi e tradizioni autoctone, anche nella componente di risorse umane.

Ora il Comune di Tricase possiede solo un datato regolamento per l’utilizzo di beni mobili ed immobili di proprietà per attività culturali, sociali, ricreative, per pubbliche manifestazioni ed attività artigianali e commerciali, purché finalizzate alla promozione del territorio. Sostanzialmente disciplina l’uso, solo per le predette finalità, dei beni strumentali (palco, service, ecc) e dei locali comunali di Palazzo Gallone. Per la verità è previsto un aggiornamento annuale da parte della Giuntadell’elenco dei beni mobili ed immobili di proprietà comunale da concedere in uso, ma non si è mai fatto ricorso a tale facoltà.

Per gli spazi ed aree pubbliche invece, il Regolamento del Canone Unico Patrimoniale, adottato lo scorso anno dall’Amministrazione in carica, ne prevede l’utilizzo -su autorizzazione del Responsabile del Servizio- solo in favore delle attività produttive e per gli spazi antistanti i rispettivi esercizi, con categorico divieto ad altri soggetti ed aree. Discorso a parte ovviamente per le occupazioni di piazze, strade ed altri spazi pubblici per eventi e manifestazioni organizzate, corganizzate o patrocinate dal Comune.

La recente autorizzazione di occupazione di suolo pubblico (piazza Pisanelli) concessa dalla Giunta per lo svolgimento di un matrimonio ha sì provocato un clamore mediatico -facilmente evitabile con una regolamentazione, se pur provvisoria ed in seno alla Commissione Consiliare competente, per superare l’espresso divieto posto dalla stessa Amministrazione-, ma nel contempo ha aperto la riflessione proprio sulla fruizione privatistica a pagamento del patrimonio comunale e degli spazi ed aree pubbliche.

Spetterà al Consiglio assumere una decisione e conseguentemente mettere mano ai regolamenti comunali vigenti, che non si possono violare all’occorrenza.

L’ipotesi, per certi versi rivoluzionaria e certamente fuori dagli schemi programmatori del Governo cittadino in carica, non è da scartare anche nella nostra Città.

Su due piedi mi viene da suggerire: le somme incassate devono essere destinate all’adeguamento e miglioramento dell’area concessa; il richiedente deve investire le attività commerciali limitrofe, coinvolgere artisti locali ed utilizzare preferibilmente immagini e scenografie tipicamente salentine.

Importante sarà la scelta delle location ed essenziale il confronto con le associazioni di categorie.

Potrebbe venir fuori un buon format, chiaro e trasparente per tutti.       

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicata il 18 giugno 2022
Visualizza tutte le news »