Ritorna ciclicamente alla ribalta l’atavica ed accesa diatriba fra chi vorrebbe free i parcheggi pubblici nei pressi dell’Ospedale Panico e di chi invece ribadisce la necessità che continuino ad essere a pagamento.
I primi sostengono che le ragioni della sosta in quell’area sono di carattere sanitario, talvolta anche gravi, per cui non vi è il tempo o la testa di procurarsi il grattino e, se pure si riesce a farlo, quasi mai si conosce anticipatamente l’orario di permanenza.
I secondi invece sono convinti che le strisce blu aumentano la disponibilità di parcheggi, grazie alla rotazione della sosta che si determina con il pagamento della tariffa, evitando così il traffico itinerante alla ricerca dei stalli ed il fenomeno dei parcheggi in doppia fila.
Sono due scuole di pensiero entrambe condivisibili. Non sarebbe però male se si provasse a giungere ad una sintesi, anche per ovviare ai dissidi sociali in cui la questione frequentemente sfocia.
Si potrebbe ad esempio ipotizzare una procedura del genere.
Sul parabrezza delle auto prive di tagliandino o con tagliandino scaduto, l’ausiliario del traffico colloca un invito a regolarizzare la sosta annotando il numero di targa sull’app del proprio cellulare connessa al parcometro. Prima di andarsene l’utente può regolarizzare la sosta accumulata sino a quel momento, o attraverso l’app o direttamente sul parcometro. In tal caso nulla quaestio, il software elimina dalle posizioni sospese quella targa. Diversamente, spirata la mezzanotte, a quel numero di targa viene automaticamente associata la sanzione prevista.
In tal modo non ci sarebbe l’ansia del pagamento prima di recarsi nel nosocomio e dall’altra sarebbe comunque salvaguardato il prelievo per lo stallo o in difetto la sanzione.
E’ un’idea, ma qualcosa si dovrà pur fare prima o poi. In caso contrario, un luogo in cui pesa già recarsi continuerà ad essere motivo di ulteriore disagio e stress.