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CONSORZIO A.S.I.: MAGGIORE COLLABORAZIONE (pubblicato su Il Volantino)

Lo scorso fine settimana è stata ripristinata l'illuminazione di viali e rotatorie della zona industriale, dopo giorni di buio completo.
Un sentito grazie all'Ing. Leonardo Dimitri, responsabile dell'ufficio tecnico del Consorzio ASI -Area di Sviluppo Industriale- Lecce che, nel giro di 24 ore dalla mia segnalazione, ha ovviato all'inconveniente dovuto alle avversità atmosferiche dei giorni scorsi. Vista la frequenza di tali accadimenti, l'Ingegnere ha pregato di avvisare con immediatezza l'ufficio in modo da poter intervenire più tempestivamente.
È stata anche l'occasione per confrontarci sullo stato delle Z.I. e del Consorzio in generale e di apprendere che quest’ultimo ha partecipato di recente ad un bando di finanziamento di bonifica dei d.i.r. -depositi incontrollati di rifiuti-. Entrambi abbiamo condiviso la necessità di una maggiore collaborazione ed intesa con gli enti locali, proprio ciò che la neo Amministrazione Comunale ha affermato voler instaurare per un deciso cambio di passo. Il Consorzio A.S.I. è afflitto da una pesante situazione debitoria, in ragione anche del mancato versamento delle quote annuali da parte di diversi Comuni, e necessita di un efficace piano di risanamento oppure della sua liquidazione.
La mia idea sarebbe quello di farlo gestire dalla Provincia, ma al netto della problematica gestionale balzano spontanee alcune domande: come mai solo la nostra Zona Industriale versa in condizioni da terzo mondo e le altre viaggiano su tutt’altri livelli di servizi ed investimenti? Come mai solo la nostra Zona Industriale non è stata riconosciuta come Z.E.S. -Zone Economiche Speciali- che attribuiscono
alle imprese insediate o di nuovo insediamento notevoli sgravi fiscali e semplificazioni amministrative, oltre ad un budget di finanziamenti per 200 milioni di euro per i prossimi cinque anni? Forse la causa è da ricercarsi nell’atteggiamento ponziopilatesco che ha contraddistinto negli ultimi anni i governi cittadini? Ovviamente non ha senso piangere sul latte versato, occorre guardare in avanti con tanta buona volontà e lungimiranza. Lo dobbiamo a chi con immani sacrifici ha scelto di andarci a lavorare ed ai tanti altri pronti a farlo se solo vedessero un minimo di interessamento e di miglioramento dei servizi.  

    

 

 

Pubblicata il 27 ottobre 2020
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