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T.E.F.A.: MANCANO ALL'APPELLO TREDICI MILIONI DI EURO

La T.E.F.A. (tributo per l’esercizio delle funzioni ambientali) è quella maggiorazione del 5% sulla T.A.R.I. (tassa per i rifiuti) che i cittadini corrispondono ai Comuni, i quali a loro volta dovrebbero riversarla alla Provincia. Con quest’entrata l’ente provinciale programma gli interventi mirati alla tutela dell’ambiente, come i servizi di pulizia e sfalcio delle strade di sua competenza.

Ebbene al nostro insediamento abbiamo trovato una situazione disastrosa ed inspiegabile: un ammanco di oltre 13 milioni di euro al 31.12.18! Una lunga di lista di Comuni che non hanno riversato la T.E.F.A. nelle casse provinciali, alcuni addirittura a far data dal 2009, mettendo a serio repentaglio i servizi ambientali di competenza dell’ente.

E questo non è assolutamente giusto, se un cittadino paga le tasse di natura ambientale ha tutto il diritto di vedere i suoi soldi reinvestiti in politiche di miglioramento della qualità della vita. Ragion per cui abbiamo messo in campo una forte azione di sensibilizzazione e sollecitazione, sia consiliare che mediatica, che ha portato i suoi frutti. Basti pensare che nei mesi di luglio-agosto del 2018 la Provincia ha incassato € 987.778, negli stessi mesi del 2019 l’incasso è stato pari a € 3.292.780.

I livelli di inadempienza sono vari e coinvolgono ben 59 Amministrazione Comunali (prima delle nostre sollecitazioni erano 76) su 96. Si va dai 22 Comuni (prima erano 69) che non hanno neppure reso la dichiarazione dell’importo riscosso dai cittadini (alcuni non la fanno dal 2013), per cui la Provincia non è affatto a conoscenza del credito se non in via genericamente presuntiva, ai restanti Comuni che pur avendolo dichiarato non lo hanno corrisposto, tra questi anche quelli che richiesta la rateizzazione sono poi rimasti arretrati nel pagamento delle rate (c’è chi non ne ha versata neppure una).

Nel frattempo, a luglio scorso, la Provincia ha fornito in maniera dettagliata alla richiedente Procura Regionale della Corte dei Conti l’inadempienza dichiarativa e/o contabile di ogni Comune ed a ciascuno di essi ha rivolto espresso atto di diffida stragiudiziale. All’unanimità il Consiglio ha anche deliberato una mozione affinchè il Governo centrale autorizzi la Provincia alla riscossione diretta della TEFA dai cittadini, attraverso un codice specifico, per non essere costretta ogni volta a rincorrere i comuni inadempienti.

Ora vanno sicuramente ringraziati quei Sindaci, molti ignari del passato che si sono subito proficuamente attivati e quelli che lo faranno nei prossimi giorni, ma non esiteremo a mettere in campo tutte le azioni utili, dai decreti ingiuntivi alla nomina di un commissario ad acta, per recuperare sino all’ultimo centesimo versato dai cittadini.

Abbiamo il dovere di farlo per un senso di equità fiscale e per assolvere alle nostre funzioni ambientali, oltre a sanificare un bilancio appesantito da una gran mole di residui attivi, cioè di crediti non riscossi. Ci auguriamo che tali somme a specifica destinazione non siano state distratte per altro, altrimenti sarebbe in gioco la responsabilità erariale di chi ha agito in tal senso.

Da ultimo non va sottaciuto l’enorme sforzo e la certosina pazienza del Responsabile dei Servizi Finanziari Dr. Isceri e dei suoi collaboratori, nonchè dell’ufficio contenzioso della Provincia volti a dipanare una atavica ed aggrovigliata matassa. Bisogna dare loro atto che il preciso indirizzo politico impresso sulla TEFA dall’Amministrazione Minerva nell’ottica dell’equità fiscalità e della legalità è stato colto in pieno.

 

Pubblicata il 15 settembre 2019
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