Chi amministra la cosa pubblica dovrebbe essere sempre dialogante con il cittadino. Ciò non significa che lo debba necessariamente esaudire in ogni sua richiesta, ma quantomeno che lo riscontri nelle missive, che lo riceva di persona quando gliene fa istanza, che gli fornisca tutte le delucidazioni e chiarimenti del caso in un rapporto inter pares sereno ed accomodante. Così facendo, il cittadino si sente in qualche modo protagonista, acquista fiducia e stempera quella fisiologica iniziale avversità per tutto ciò che a che fare con la gestione della cosa pubblica, per dirla con una parola, con la politica.
Abbiamo serio motivo di ritenere che i nostri Amministratori Comunali, Sindaco in testa, nutrano una certa insofferenza ad assolvere a questo compito, che non è poi tanto arduo in quanto richiede solo un minimo di tempo e di pazienza.
Nel corso di questi due anni abbiamo registrato tante lamentele ed arrabbiature da parte di cittadini/associazioni/imprenditori che ci raccontano di essere ignorati o rimandati alle calende greche, anche quando mettono per iscritto e ripetutamente le loro istanze. In diversi casi, ne abbiamo avuto anche diretta cognizione attraverso la consultazione negli uffici comunali di scritti e documenti.
Tutto ciò origina inevitabilmente tensioni, disagi e disservizi fino ad arrivare anche a costi e spese inutili.
Riportiamo brevemente tre recenti esempi che danno la misura dei differenti livelli di conseguenze che simili atteggiamenti comportano.
Un’associazione chiede per iscritto al Sindaco, molto prima della scorsa estate, l’utilizzo di alcuni spazi comunali per delle attività laboratoriali estive per bambini. Nessuno risponde alla lettera nonostante i solleciti, ma proprio a ridosso dell’estate l’associazione viene verbalmente e di fatto autorizzata. La storia si ripete quest’anno. L’associazione fa apposita richiesta sempre per iscritto e con congruo anticipo, ma nessuno nuovamente risponde. Forte del precedente e per non trovarsi all’ultimo momento impreparato, il sodalizio predispone per tempo tutto l’occorrente salvo trovare dall’oggi al domani i locali utilizzati a deposito di materiale comunale.
Una società segnala per iscritto al Sindaco delle inadempienze contrattuali nella gestione di un servizio comunale appaltato a ditta esterna. A quella segnalazione di tre mesi fa, non ha fatto seguito a tutt’oggi alcun accertamento né tantomeno riscontro.
Una farmacia chiede espressamente con pec al Sindaco informazioni sulla pianta organica delle farmacie del Comune e l’avvio della procedura per l’approvazione/revisione/riesame della medesima pianta organica. Il Sindaco non risponde e la Farmacia ricorre al TAR di Lecce, il quale non solo accerta l’obbligo dell’Amministrazione Comunale di rispondere in maniera espressa e motivata all’istanza, ma la condanna altresì alle spese legali per 3.500 euro.
Auspichiamo che questa prassi infelice lasci presto il posto ad uno spirito di accoglienza dialogante ed educante all’interesse della gestione della cosa pubblica, che possa farci veramente sentire tutti costruttori del bene comune.