È evidente che gli interventi edilizi posti in essere dai proprietari della Villa Sauli a Tricase Porto (delimitazione con rete metallica, muratura di porte e finestre, ecc.) mirino alla sola messa in sicurezza del manufatto e non certamente alla sua demolizione.
Conseguentemente è immaginabile che i medesimi proprietari ricoreranno al Tar per l’annullamento dell'ordinanza sindacale proprio nella parte in cui dispone la demolizione.
Per la verità l’ordinanza del Sindaco, pur da plaudire nella finalità, ci era subito apparsa contraddittoria in quanto prescriveva contestualmente messa in sicurezza e demolizione. E rileggendo meglio la breve nota dei VVFF, non appare stricto iure sufficiente a supportare un provvedimento autoritativo di demolizione che, ricordiamo, va comunque ad incidere in maniera irreversibile sulla proprietà privata.
Forse sarebbe stato opportuno far precedere l'ordinanza sindacale dal procedimento di contestazione dello stato di pericolo al fine di sondare volontà e intenzioni della proprietà. Questo anche per non buttarla subito nel contenzioso che potrebbe anche non risolvere le cose, anzi dilatare i tempi ed irrigidire le parti.
Ad ogni buon conto al Sindaco chiediamo di mantenere la barra dritta e di perseguire nell’intento di restituire bellezza a quel costone che rappresenta il simbolo di Tricase Porto. Ma nel contempo di aprire un dialogo, se ancora possibile, con la proprietà al fine di vagliare ogni opportuna soluzione della incresciosa ed atavica vicenda.
È sotto gli occhi di tutti che le misure edilizie, adottate in questi giorni dai proprietari, probabilmente hanno messo in sicurezza i luoghi ma hanno contribuito ad accentuare la bruttezza.