La funzione educativa, sociale e di benessere psico-fisico dello sport è nota ai più.
Meno a Tricase, dove l’edilizia sportiva ed in particolare gli stadi versano nell’incuria totale.
Il campo sportivo di Depressa chiuso da anni fa a gara, quanto a vegetazione, con il vicino boschetto della Serrafica. Quello di Lucugnano è al limite della praticabilità e stride con il glorioso passato calcistico della frazione. Quello in via Matine, il cosiddetto “campo vecchio”, è stato aggiudicato da tempo ad una associazione che non può iniziare i lavori di ammodernamento a causa di una lottizzazione retrostante non ancora completata.
Allora si è portati a pensare che tutti gli sforzi del governo cittadino siano concentrati sullo stadio principale, il San Vito. Specie in quest’ultimo periodo, in cui si avverte un coinvolgimento più massiccio di giovani e meno giovani ai colori rossoblu della città, grazie soprattutto alla fervida attività di sensibilizzazione di tifosi e sostenitori di un calcio social-popolare.
Niente affatto, se si scorre il programma triennale delle opere pubbliche dell’Amministrazione Comunale, dello stadio neppure l’ombra. Né si registra la partecipazione a una delle tante misure di finanziamento in ambito sportivo cui diversi Comuni, anche vicini al nostro, hanno attinto nel tempo per rimettere a nuovo i propri stadi.
Anzi v’è di peggio!
La Giunta Chiuri ha deliberato di affidare in concessione a terzi il terreno di gioco e la pista di atletica, mantenendo in capo al Comune la gestione del resto del San Vito (spalti e spazi esterni al manto verde).
L’esclusione risiede nell’attestazione del responsabile tecnico comunale, che gli spalti e gli spazi circostanti al campo da gioco necessitano <di lavori per l’adeguamento alle vigenti disposizioni di sicurezza in materia dettate dal D.M.I. 19/08/1996 e s.m.i. atte a garantire l’utilizzo dell’impianto sportivo in condizioni di sicurezza>, in una parola sono inagibili.
E ci crediamo, basta vedere il pericoloso stato del solaio della tribuna più volte fatto oggetto, ma invano, di nostra segnalazione.
Ora, a parer nostro, la decisione è insensata e pericolosa, nonché pone agghiaccianti interrogativi.
Come si può, specie oggi alla luce dell’espressa attestazione del funzionario comunale, continuare a consentire che sotto quella tribuna si accomodino centinaia di spettatori o addirittura intere scolaresche in occasione di manifestazioni ed eventi ludici?
Evidentemente, il crollo del Ponte Morandi non ha insegnato nulla ai nostri Amministratori.
Inoltre, che senso ha dare in gestione solo terreno di gioco e pista di atletica? In che modo si dividerà il campo e la pista con le restanti aree della struttura, la cui gestione rimarrà in capo al Comune? Non è un paradosso pretendere, come recita l’avviso di gara, che l’affidatario sia obbligato alla manutenzione ordinaria e alla pulizia delle tribune e degli altri spazi, quando gli stessi sono esclusi dalla concessione perché insicuri e tali resteranno, almeno da qui a tre anni, non essendo programmato alcun intervento di messa in sicurezza?
Alla fine diverrà un vero e proprio condominio, pericoloso e confusionario, fra l’attuale gestore del circolo tennis, il futuro gestore del terreno da gioco ed il proprietario-gestore delle restanti aree della struttura sportiva.
Forse sarebbe stato preferibile investire della vicenda la competente Commissione Consiliare affinchè individui le risorse e/o i finanziamenti necessari per l’immediato ripristino della sicurezza dei luoghi e la forma di affidamento più opportuna, magari prevedendo in capo al concessionario, previo scomputo dei canoni e tempi più dilatati di assegnazione, i lavori di messa in sicurezza.
Ma come abbiamo più volte ripetuto questa Amministrazione preferisce far da sé e quindi è giusto che ad essa competano gli onori, ma anche gli oneri e le responsabilità.