Grazie alla incessante e fattiva attività di sensibilizzazione dei ragazzi del Comitato Pro Palazzo Comi, si è tenuta martedì scorso, presso la casa del compianto poeta di Lucugnano, la preannunziata visita ispettiva della Soprintendenza Archivistica per la Puglia e la Basilicata.
La funzionaria, inviata per l’incombente, ha eseguito un capillare sopralluogo e ha voluto ricostruire, con l’aiuto dei presenti ed il supporto dei documenti, le tappe della grottesca vicenda che aleggia da tempo su Palazzo Comi.
Non è stato difficile percepire il suo stupore durante la visita.
E non sarà difficile ricordare le sue parole prima del commiato: “Sono i libri il vero patrimonio di Casa Comi. Questi luoghi rappresentano un unicum di cui abbiamo il dovere di coltivare la memoria. Un unicum del quale va riconosciuto, nei modi e termini di legge, l’interesse storico e culturale e di tanto relazionerò”. Certamente non tarderà a farsi risentire.
Intanto quei luoghi, più che un unicum, sembrano un condominio.
Per quanto concerne il piano terra di Palazzo Comi, la Provincia da circa un mese ha ceduto in comodato d’uso gratuito alla Regione per 10 anni la biblioteca moderna ed ha trattenuto per sé la sala mostre e la sala conferenze. La Casa Comi, con l’inestimabile patrimonio librario del Fondo Comi, al piano superiore, è invece oggetto di bando di assegnazione trentennale a privati ed il cui procedimento potrebbe chiudersi da un giorno all’altro, a meno che non intervengano auspicati ripensamenti da parte del Presidente Gabellone oppure cogenti interventi da parte delle Autorità superiori o giudiziarie. Infine, il patio interno, come nei cortili condominiali, è in uso comune alle tre unità.
Per la verità, nel corso del tempo, gli enti preposti alla tutela dei beni storici e culturali hanno più volte stigmatizzato la decisione della Provincia.
Il Sottosegretario al Mibact ha messo nero su bianco: “La provincia non ha più competenza sui beni culturali. Può piacere o non piacere, ma il dato normativo è questo” e l’ha invitata a dialogare con la Regione, cui sono passate le funzioni in materia di valorizzazione dei beni culturali e in materia di biblioteche e musei, pena un “intervento di supplenza del Governo”.
La Soprintendenza di Bari ha puntualizzato che il bando non prevede alcuna tutela per l’ingente patrimonio culturale e librario custodito nel palazzo.
Ora, non si comprende la ragione per la quale il Presidente Gabellone, nonostante il deficitario stato economico della Provincia, lo spoglio delle competenze in materia e l’ostilità di un intero territorio, persista in tale misfatto.
Annulli invece la procedura di gara -il bando lo consente già a discrezione della Provincia, a maggior ragione in forza della normativa sopravvenuta- e ceda in comodato d’uso gratuito alla Regione anche Casa Comi e i restanti locali a piano terra. Questa richiesta nasce dalla consapevolezza che l’ente regionale ha le risorse e i mezzi per trovare la soluzione più adeguata per una sua valorizzazione e fruizione pubblica, se del caso attraverso delle apposite convenzioni con il Comune di Tricase o con l’Unione dei Comuni Terra di Leuca e, perché no, anche con le associazioni locali, Comitato in primis.
Si confida pure nella sensibilità della nuova Amministrazione Comunale che non mancherà di far sentire la sua voce, puntando sicuramente sulla sua vicinanza politica a chi guida Palazzo dei Celestini.
Infine, si rammenta che una mozione, adottata all’unanimità nel novembre 2015 dal Consiglio Comunale precedente, impegnava Sindaco e Giunta a “dare mandato a un legale per valutare ed, all’esito, azionare ogni idoneo ed opportuno strumento giuridico per arrestare la procedura di aggiudicazione a terzi di palazzo Comi”? Mozione rimasta stranamente inadempiuta.
Quella di Palazzo Comi è una battaglia per rivendicare l’identità di un territorio e la memoria storica di una comunità. E tutti abbiamo il dovere di non tirarci indietro.