Mercoledì scorso un’azienda tricasina si è aggiudicato all’asta fallimentare l’ex calzaturificio Selcom.
Tramonta definitivamente lo sciagurato progetto del Sindaco Coppola di realizzare un mega impianto industriale di compostaggio di rifiuti proprio nell’ex complesso calzaturiero, all’ingresso del paese.
A gennaio scorso, era andata deserta la gara d’appalto per affidare a terzi in project financing la realizzazione e gestione dell’impianto, ma il Primo Cittadino si stava attivando per far indire un nuovo bando. Ora, venendo meno l’immobile, crolla del tutto la folle intenzione.
Tirano un sospiro di sollievo le migliaia di cittadini che si erano costituiti in comitati spontanei per esprimere il loro forte dissenso, l’intera classe imprenditoriale della zona industriale, i Sindaci dei Comuni limitrofi e la minoranza consiliare che, neppure coinvolta nell’infausta e impopolare decisione del Sindaco, si era attivata presso gli organi competenti per scongiurare l’insediamento dell’impianto.
Mai si era registrata una simile levata di scudi da parte dell’intero territorio e lo sforzo è stato premiato, sebbene si siano vissuti momenti di forte frizione aggravata dall’assenza di un minimo di condivisione con la comunità cittadina e con quelle limitrofe.
Restano però gli interrogativi.
Era proprio necessario che Tricase spendesse circa 50.000 euro di consulenze per la verifica di fattibilità dell’impianto di compostaggio nei capannoni, non sapendo neppure se l’azienda privata, aggiudicatrice dell’appalto -andato poi deserto-, sarebbe riuscita ad aggiudicarsi altresì l’ex calzaturificio all’asta fallimentare?
Non è giunta l’ora che l’Amministrazione lasci perdere faraoniche opere e si concentri in fattivi e meno impattanti interventi per una ottimale gestione del rifiuto e per il contenimento dei costi della TARI?