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IL FRECCIAROSSA A SEGNARE LA FRONTIERA

La scelta dei vertici di Trenitalia di fermare il Frecciarossa a Bari non è altro che la prova provata della “frontiera” che divide la Puglia, da una parte una società d’avanguardia, dall’altra una tutta da ripensare; da una parte una società  tecnologicamente avanzata, dall’altra una società senza regolazione sociale specifica.
Paesi e uomini dunque che, pur accomunati dall’appartenere ad un’unica area geografica, la Puglia, subiscono ancora oggi le logiche del capitalismo finanziario e  delle disuguaglianze sociali, posti giusto “al fronte” ove si guardano, si confrontano, si  contrappongono.
Un Sud del sud sempre più isolato dalle reti economiche e dai mercati. E un Sud del nord agevolato dalle misure di finanziamento, dalla meccanizzazione e financo dalla normativa statale (si pensi all’istituzione della Città metropolitana di Bari che andrà ad accentuare quel senso di “frontiera”).
Dinamiche che non tengono conto del capitale umano, dell’incremento del turismo, inteso non solo come promozione ma soprattutto come occupazione giovanile, della posizione geografica ed estensione della Regione.
La Puglia di recente è stata definita la regione più bella del mondo da Forbes e da National Geographic e una terra magica dal New York Times. Il motivo è da ricercare nella sua variegata offerta: dalle tradizioni alla storia, dalla cultura all’architettura, dall’enogastronomia al folklore, dal mare alla collina ed ai parchi naturali. 
Sarebbe controproducente spezzarla in due!
Che ci sia allora un immediato revirement su tale scelta di collegamenti ferroviari affinchè il Salento possa a gran voce riscattare e rivendicare la sua bellezza, la sua freschezza e soprattutto la sua appartenenza ad un’unica Regione, che non separa “al fronte” ma unisce!

 

Pubblicata il 16 settembre 2015
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