NON INFASTIDITE SUA MAESTA’
(comunicato diramato dal Capogruppo al Consiglio Comunale di Tricase Guerino Alfarano)
Prefetto, Revisori, Corte dei Conti, norme e regolamenti sono solo un fastidio per Coppola, da togliersi quanto prima di dosso.
Non si meraviglino i colleghi di minoranza se vengono limitati nei loro diritti, se non vengono ascoltati e coinvolti, non lo ero neppure io.
Ho cercato invano di porre le basi per un dialogo, anche con le minoranze nelle commissioni ma era considerata perdita di tempo. Ho richiamato il Sindaco, più volte, sulle tante magre figure rimediate con una azione amministrativa di governo confusa, irrispettosa della legalità, fratturata dal consiglio ed egocentrica. Ho chiesto che fosse più presente in Comune, che ascoltasse di più i cittadini e soprattutto i titolari delle attività commerciali che costituiscono il cuore pulsante della Città. Di ridurre al minimo la tassazione, prendendo l’esempio di tanti Comuni intorno a noi che azzerano la TASI e mettono in campo tutte le strategie per contenere la TARI. E tanto altro di costruttivo e di avvertito dalla base cittadina ho proposto.
E per questo sono stato isolato, come se avessi commesso chissà quale peccato di lesa maestà.
E ora un’altra pessima perfomance fornita in Prefettura e nell’intera provincia, di un ente che non riesce ad amministrarsi, a smuoversi da uno stato di apatia fumoso e per certi versi irriverente.
A che serve aver gioito per l’ennesimo bilancio approvato, giusto perché si hanno i numeri, sono ben altri i Bilanci che si attende la città.
Ma di quale consenso dei cittadini parla Coppola, quando stanno contando i giorni perché finisca il mandato o meglio ancora se ne vada prima. Ma di quali turisti parla, che non hanno manco da fermarsi nella nostra cittadina.
Troppo tardi ho preso le distanze da questo modo di amministrare e di confrontarsi che non mi appartiene. Questa non è politica con la P maiuscola, per la quale mi son messo in gioco, ma politica e modo di fare di bassa lega. Per quanto mi riguarda mi sono liberato da quella cappa di obbedienza cieca e mi sento più risollevato e anche più proficuo per i cittadini.
Ma la cosa che più mi preoccupa è la leggerezza con cui si inseriscono entrate e uscite in bilancio, quello dei proventi derivanti dal parcheggio pubblico a pagamento è solo la punta dell’iceberg di tante situazioni, rapporti, prassi che ci trasciniamo stancamente da tempo, forse perché non si vuole cambiare, si preferisce il solito modo di rappezzare e di tirare avanti a campare.