Il Sindaco di Tricase ci ha spiazzato. L'ultima trovata, su sigari cubani e rum da lavorare qui, ci lascia esterrefatti. I cittadini che come noi pensavano, con ingenua umiltà, che la nostra cittadina avesse una vocazione naturale per la terra ed il mare, rimangono senza parole.
Non siamo i soli, però, a credere di avere mille risorse.
I grandi economisti definiscono il Salento, più di altre parti d'Italia, un vero e proprio giacimento di ricchezze, una terra dal potenziale elevatissimo e dalle tante opportunità: dormiamo su un tesoro che, sapientemente sfruttato, sarebbe in grado di rendere tutti più prosperi. Artigianato, turismo, commercio agroalimentare, innovazione tecnologica: sono questi i campi di sviluppo in grado di offrirci nuove conquiste, con i quali abbiamo un legame, anche culturale e storico (che non abbiamo di certo con rum e sigari cubani) e quasi naturale -direi-, che ci garantirebbero una nuova economia nel pieno rispetto del territorio.
I buoni prodotti della terra, le ricchezze artistiche, l'artigianato delle terracotte, i piatti della nostra cucina tanto semplice quanto apprezzata, il mare cristallino ed una costa ancora vergine, il tutto con il favore di un clima mediterraneo, possono e devono essere sfruttati in maniera intelligente e sostenibile, uniti a quello spirito di accoglienza che ci contraddistingue. Si può fare! Si deve fare!
In questo momento storico si registra un forte richiamo all'agricoltura, rielaborato però in funzione delle nuove possibilità tecnologiche (Internet, globalizzazione, nuove tecniche di gestione, commercio elettronico...). Partiamo da qui.
Abbiamo realtà già esistenti e di grandissima qualità quali l'ulivo, la vite, i cereali, i fruttiferi, gli ortaggi e le colture foraggiere. Abbiamo la forza lavoro: giovani che hanno studiato fuori, magari all'estero, ansiosi di applicare le loro conoscenze ed esplicare qui la loro dinamicità imprenditoriale. Cos'altro occorre?
Occorre che i nostri amministratori facciano la loro parte. Il primo passo di qualsiasi programma di sviluppo è la conoscenza. E' loro dovere ottimizzare le conoscenze degli operatori sulle tecniche di coltivazione biologica e di trasformazione (...e non con maestranze cubane), sugli aspetti normativi, sugli strumenti finanziari disponibili, su come raggiungere nuovi mercati; è loro dovere stimolare l'associazionismo imprenditoriale e la promozione del territorio, pianificando di concerto con le altre istituzioni locali (Camera di Commercio, Università, Confindustria...). Il ruolo dell'Amministratore è essenziale, e non svolto appieno ci farà perdere importanti occasioni di sviluppo. La BIT di Milano, ad esempio, avrebbe costituito una ghiotta occasione, ma il nostro Sindaco ha preferito, allo stesso costo di trasferta, incontrare a Roma l'ambasciatore Cubano od andare a Firenze a “riesumare” opere (che nessuno sinora ha voluto esporre) di artisti cubani, piuttosto che accompagnare i giovani titolari della Masseria Didattica “Nonno Tore” presenti per Tricase -che ringraziamo per il lustro che hanno dato al nostro paese-.
E' ora di smetterla con i castelli in aria e di tenere i piedi ben piantati... nella nostra terra!
D'altronde, signor Sindaco non era forse Lei nel Suo programma elettorale a promettere il “rilancio delle attività produttive strettamente collegate al territorio (artigianato, attività agroalimentare, uso e salvaguardia del patrimonio)”,definite“priorità assolute”?
Che fine hanno fatto?
Capiamo che possa essere rimasto vittima del fascino cubano, ...ma qui siamo a Tricase, terra ancor più bella.
Gruppo di Presidenza del G.A.T.
Gruppo Aperto Tricase